giovedì 23 agosto 2012

Kalimera from KOS


"Signore e signori,siamo arrivati a Kos,dove la
temperatura è di 28 gradi centigradi..." . Così mi dà il benvenuto quest'isola del mar Egeo,sita nel arcipelago del Dodecaneso (le isole però a dispetto del nome sono diciotto, non dodici) di cui Kos è una delle più grandi...

E allora diamo il via ad una vacanza che si prospetta al insegna del "far con calma" (o αργά αργά,sigà sigà) , e cioè della tipica filosofia greca.Qualcosa che di sicuro non mi farà venire acidità di stomaco, che 
altrimenti puntualmente sopraggiunge se mi vien da pensare al fatto che le vacanze son quasi finite...

Atto primo : l'arrivo

Appena sceso dall'aereo una curiosa chiesetta mi ha dato il benvenuto in un mondo ancora tutto fascinosamente da scoprire ... comincio da qui infatti un percorso che mi porterà nel tempo ad approfondire la conoscenza di una terra il cui brullo la rende meravigliosamente 
intrigante, che deve andare oltre la vita assolutamente edulcorata dei villaggi turistici: nella stragrande maggioranza quello che si vede non è (purtroppo) la realtà e ogni pezzettino di cultura che mi sono portato appresso dopo questo fantastico viaggio l'ho conquistato evadendo dalla zona turistica e addentrandomi nelle vie pittoresche dei centri abitati  che ho visitato, principalmente a Kardàmena per questioni logistiche,infatti tra l'albergo e il centro cittadino c'erano solo quattro chilometri di distanza.

Atto secondo: Come ho vissuto Kos

Ho sempre cercato di mettermi nei panni dei ragazzi della mia età che vivono qui,soprattutto per toccare con mano cosa significa vivere in uno Stato che è purtroppo messo molto peggio di noi. Ebbene,ho provato una gioia,un guizzo di vita vera, o "kefi" come si dice in Grecia, che sconfigge ogni demone della crisi economica che morde terribilmente questa zona, che patisce, oltre a un calo di turisti dovuto alla recessione,anche una inesorabile morte alla fine della stagione (che va da aprile fino anche a novembre). Però tutta l'energia sprigionata dalla gente del luogo è stata come una sorta di rappresentazione dal vivo di Nia Vardalos in "Le mie grosse grasse vacanze greche" , il curioso seguito de "Il mio grosso grasso matrimonio greco"(vedi qui in basso);
se uno non vede non crede,ma veramente entrambi sono la fotocopia della cultura e dei modi di fare greci!Ma anche in periodi difficili come questi (la miseria purtoppo si vede,e anche tanto) l'allegria tarda a morire e nel tardo pomeriggio l'atmosfera calda di questa gente da il meglio di sé (specie dopo l'imprescindibile pennichella pomeridiana che prima delle cinque di sera non finisce), quando le rissose calche di turisti sono ancora a mollo nell'acqua di mare o si stanno incamminando come lampioni sfatti per la stressante giornata in spiaggia verso i rispettivi alberghi. Tre quarti del mio tempo libero l'ho trascorso quindi a Kardamena,trangugiando mezedes(l'equivalente greco dei nostri antipasti)in giro per le tradizionali taverne locali,servite con passione al ritmo di bouzouki - e dando quindi fondo al mio budget vacanziero.
 
Atto terzo: noi italiani c'entriamo come cavoli a merenda?

Stranamente c'erano anche un sacco di locali, storici e non, con lontane origini del nostro bel paese,deducibili dall'uso corrente dell'italiano nei menù; esse sono una delle eredità lasciate dal periodo dell'occupazione italiana nel mar Egeo, assieme alla gran parte degli edifici rasi al suolo dal terremoto che devastò l'isola nel 1933. La nostra meravigliosa lingua non è di conseguenza una rarità da queste parti, specie nei ceti più "maturi" della popolazione (epica quella in cui una signora del posto che nella taverna si sente salutare in greco da uno che è appena entrato ma poi scopre che il tipo parla al cellulare in italiano,quindi si attacca bottone con lezione di greco dal vivo! Mitico!, oppure, come si dice in greco, poli kala!). Sicuramente, piuttosto che ingurgitare specialità locali, Kos avrebbe meritato un sacco di gite e di visite in lungo e in largo, ma per ragioni che spaziano dal mio rischio scottatura con la protezione 30 all'intensa voglia di mare passando per la necessità di avere la famiglia al seguito, mi sono concesso un unico grande tour dell'isola (meriterebbe una parentesi anche l'averle sentite dall'autista del tour sulla puntualità . . . ) in cui ho potuto godere di una visione d'insieme senza escludere le attrazioni principali.

Atto quarto: il tour

Un giro di Kos City
Si comincia con un tour della città di Kos City, la capitale di questo ponte culturale tra Asia ed Europa. Qui è dove si concentra la maggior parte dei circa 31000 abitanti ed è un porto attraente e vivace, con viali ombreggiati e lussureggianti spazi verdi punteggiati da coloratissimi fiori, come si può notare facendo un giro nel quartiere della vecchia agorà ... un giro del centro è quindi d'obbligo per godere dell'influsso benefico dei monumenti, delle attrazioni e dei bar che rendono viva questa cittadina affacciata alla Turchia.
Uno di questi monumenti è il cosiddetto "platano di Ippocrate", che secondo la leggenda era la location delle lezioni del padre della medicina moderna, Ippocrate appunto. Ma la scienza, e qualche carotaggio lesivo della privacy della pianta, hanno dimostrato come la leggenda sia falsa: l'albero, seppur imponente,non ha più di settecento anni. Troppo giovane quindi; la pseudosequoia rimane in ogni caso uno dei simboli prorompenti della cittadina,sito affianco a una delle due moschee che stanziano nella cittadina e al castello dei Cavalieri di San Giovanni. Lo sfoggio della potenza ottomana sull'Egeo è verificabile anche in un locale sito poco lontano dal platanocchio e reca la scritta "Hamam". La guida ci spiega che esso era effettivamente ciò che recita la scritta stessa, cioè un bagno turco, ma ora è stato riammodernato e trasformato in bar.
Il minareto della moschea














                                               L'Hamam
La passeggiata dunque continua attraverso le zone storiche di Kos City, arrivando fino al Mercato dell'Agorà in piazza Eleftherias, che si chiama così proprio per la vicinanza al famoso sito storico. Un veloce giro di acquisti e ci si incammina verso il bus, con cui raggiungo l'Askelpeion, e camminando ho potuto godere di uno scorcio ricco di storia, assieme a quello dell'Agorà, del Ginnasio (che non è l'edificio
dove quelli del liceo classico trascorrono i primi due anni di scuola superiore,ma...), una grande palestra antica all'aperto, dove tutti i cittadini si recavano per allenarsi e fare fitness, a quel tempo una delle attività più apprezzate dalla società greca.

Asklepion
Dopo un breve riposino sul bus arriviamo a questo Asklepion, uno dei nosocomi dell'antichità giunti a noi meglio conservati.Nell’antichità, l'Asklepion era un centro considerato sacro per la cura della persona e fu edificato per via delle condizioni del terreno particolarmente scoscese in tre livelli,più uno considerato come ingresso; l'intera costruzione è dedicata al culto del dio della medicina, Esculapio,  (o Asklepio), il figlio di Apollo e protettore della salute e della medicina, che era venerato sull’isola ed il cui tempio era meta di pellegrini che qui si recavano da ogni parte  per curarsi.
Era uno dei centri più importanti di tutta la Grecia, ed è rimasto in funzione per molti secoli. Molte personalità famose ed importanti hanno insegnato qui e frequentato l’area del tempio, una fra tutte Ippocrate, colui che per primo fece della medicina una professione, e che è universalmente riconosciuto come il padre della moderna medicina, e la cui etica professionale è ancora oggi alla base dell’impegno del medico, il famoso “Giuramento di Ippocrate”.
Sul primo terrazzo vi erano i Propilei dove veniva effettuata dai "medici" che lavoravano in questo luogo di cura la diagnosi, e in base al suo esito i pazienti si attenevano alle prescrizioni fisico-alimentari da seguire e proseguivano al secondo piano; inoltre su questo livello si svolgevano anche spettacoli e rappresentazioni teatrali a beneficio degli ospiti dell'Asklepeion. Sul secondo terrazzo trovano luogo le rovine dei bagni, dei colonnati,delle palestre e degli edifici eretti sul luogo. Qui si dice fosse ospitata la Facoltà di Medicina, mentre i bagni erano alimentati dalle acque che sorgevano direttamente dal monte Dikeos;Kos infatti è una delle isole più ricche d'acqua di fonte di tutto l'Egeo. Ma se sul secondo terrazzo si trovava lo spazio per le cure fisiche, sul terzo terrazzo c'era quello per la cura spirituale: qui permangono i resti  dell’antico tempio dedicato ad Esculapio, ed i resti di un altro tempio dedicato ad Apollo con sette colonne erette. Questo era uno degli spazi più riservati del nosocomio e vi potevano accedere solamente i sacerdoti e i pazienti che venivano a curare lo spirito e a pregare , o che venivano a versare l'offerta per l'ospitalità e le cure nell'Asklepion(un'antica versione del ticket,tanto per intenderci).
Le pendici del monte Dikeos
Dopo la interessante quanto curiosa visita del sito, si mangia!E più precisamente a Zia, che assieme agli altri villaggi di Asfendiou - e cioè Evangelistria, Amaniou, Pyli e Lagoudi - offrono un raro scorcio di com'era la vita rurale su quest'isola prima dell'avvento del turismo, che spopolò questi paesi in favori di centri più grandi e meglio organizzati. Zia, il villaggio più alto di Kos e forse il più grande degli altri,offre in particolar modo la miglior vista panoramica sul lato nord di Kos,che include Marmari,Tigaki,Zipari e dintorni,e si riesce a buttare l'occhio anche sulla vicina isola di Pserimos nelle belle giornate.Vista che viene sicuramente valorizzata gustando un buon pranzo in stile ellenico sulla terrazza di una tradizionale taverna greca,come ho avuto la fortuna di provare.


Kefalos e le spiagge
In barba al buon senso che impone di fare una pausa digestiva postpasto, dopo la visita alle fonti del monte Dikeos mi immergo subito nell'acqua cristallina del mare di Kefalos, che a detta di tutti sono le più belle dell'isola, grazie al fondale ghiaioso che a differenza della sabbia non si smuove tanto da non poter vedere cosa sta sotto, e vi assicuro che c'era tanta roba: conchiglie, pesci di ogni taglia e spessore, piante acquatiche...insomma,era una tale meraviglia che mi dispiaceva persino entrarci;di sicuro l'acqua fredda è stato un deterrente per molti,ma avevo troppa voglia di un bel tuffo dalla piattaforma appositamente allestita in queste acque azzurre come le imposte greche che si vedono nei film hollywoodiani e non...

Antimachia e la Grecia della tradizione
Però, tra tuffi e nuotate, sono già le cinque meno un quarto, e bisogna fare ancora una tappa: una casa tradizionale dell'ambiente rurale dell'isola e un mulino a vento (chiuso!) a Mastichari,una fantastica conclusione del discorso sulla vita rurale iniziato...e di una splendida settimana di vacanza.


Αντιο, Κως... Chissà, magari l'Egeo ha ancora qualcosa da raccontare che mi faccia tornare in mente te...

:)








Ps: grazie per aver sopportato anche questo mio polpettone mediatico :D

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